I Nenets sono pastori nomadi dediti all’allevamento delle renne e rappresentano una minoranza etnica siberiana che conta meno di 50.000 unità. Vivono nella penisola di Yamal che, in lingua nativa, significa “la fine del mondo”. Proprio così ci si sente nella tundra, uno dei pochi luoghi al mondo che presenta un ambiente inospitale, dove le temperature raggiungono i -50°C. In condizioni climatiche estreme i Nenets compiono una migrazione che dura un anno e che conduce enormi branchi di renne dai pascoli estivi del nord a quelli invernali appena sotto il Circolo Polare Artico. Coprendo oltre 1.000 Km di distanza, quella dei Nenets rappresenta una delle migrazioni più lunghe del mondo.

Con questo lavoro fotografico vorrei raccontare la storia di Pavel e della sua famiglia, con la quale ho vissuto per una settimana. Una storia che assomiglia a quella di tutte le famiglie di nomadi che vivono a Yamal, nuclei familiari in cui si parla ancora la lingua tradizionale affiancata al russo, la cui conoscenza risale solo al periodo staliniano. Quella linguistica è un’imposizione statale che ha concesso loro anche la possibilità di scegliere se rimanere nella tundra o vivere tra i comfort di una città.

Vorrei raccontare un antico stile di vita, una cultura sopravvissuta ad una storia turbolenta e che ora deve affrontare i pericoli dei giorni nostri rappresentati dal cambiamento climatico e dall’invasivo sfruttamento degli immensi giacimenti di risorse naturali presenti nella penisola.