CAMILLA SACCARDI
“QUESTO E’ IL MIO CORPO (OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI)”
Location: Italia
Questo progetto parla del corpo, come santuario e come ostacolo all’oblio.
Ogni società compone i suoi codici sulla linea di prerogative sociali e culturali. Nelle società occidentali, una commistione di fattori storici ed economici hanno fatto sì che si settassero rigidi standard, spesso contraddittori, riguardanti maschile e femminile, nell’ambito di attributi valoriali, caratteriali e corporei.
Queste contingenze hanno creato un regolamento situazionale che si è poi espanso e cristallizzato in un’assordante perdita di senso, che si insinua anche nelle più semplici dimensioni dell’esistere e modella l’esistenza dell’individuo per tutte le fasi della sua biografia, declinandosi nelle più varie sfumature.
Vi sono molte sfaccettature di tale fenomeno, tutte estremamente intrecciate, ma il punto fondamentale è che nell’aderire allo standard, nel continuo tendere a una perfezione irraggiungibile e nell’entrare nel campo dello sguardo dell’altro anch’esso spesso modellato dai canoni dominanti, vi è una tacitazione dell’essere sé stessi.
Ogni attributo di genere che viene generalizzato alla totalità degli individui che si riconoscono in quel genere, è una dimensione del non entrare in contatto con l’altro, mantenere una distanza dal desiderio e dalla sua capacità di scombinare i piani e cambiare lo sguardo.
Spesso non vi è nemmeno bisogno che la norma venga imposta, perché ogni cosa nella società ne è così impregnata, che i suoi membri vi si sottopongono volontariamente.
I corpi si fanno docili, ma inaccessibili, ed è in questa inaccessibilità che si può scorgere la resistenza del corpo vivo che rifiuta di darsi, che si dissocia dall’ubbidienza e protegge il significato dell’essere.
Inquietudine, rabbia, tristezza, incomunicabilità, sono le atmosfere che si diffondono nell’oblio del desiderio, aleggiano attorno ai corpi, si inerpicano sulle pareti e riempiono gli spazi vuoti, ammantano i pieni.
Bisogna decostruire, guardare i simulacri a cui abbiamo ridotto le incarnazioni per solcare differenze necessarie alla prolificazione del capitale. Sentirsi scomodi e sentire la scomodità di questo sentimento di fronte a un corpo inerme.
Allora inizieremo a riunire i piani dell’avere un corpo e dell’essere il nostro corpo, incarnare il desiderio e riappropriarci del sentire. Allora finalmente ci sarà una possibilità di assoluzione, di espressione, di sperimentazione e ci troveremo uniti l’un l’altro da linee di tenerezza.
ABOUT CAMILLA SACCARDI
Camilla Saccardi nasce a Verona nel 1994, vive a Padova dal 2014. Si laurea in psicologia Clinico-dinamica nel 2021, disciplina che si intreccia profondamente alle sue esplorazioni fotografiche. I suoi interessi artistici e scientifici riguardano principalmente la percezione, lo sviluppo e le conseguenze dei ruoli di genere e delle immagini corporee nella società da un punto di vista psico-sociale. Più in generale è estremamente curiosa di ciò che vi è oltre la prima impressione che le persone e gli eventi possono dare, usando la fotografia come un mezzo per aprire relazioni e avvicinarsi.
In aprile 2021 inizia il lavoro Questo è il mio corpo (offerto in sacrificio per voi), suo primo progetto fotografico, con cui entra nel programma Canon Student Development Programme 2021.
IRFOSS GALLERY
Corso Vittorio Emanuele II 164B
VEN e SAB, 10.30-18.00