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“no place on earth”

“NO PLACE ON EARTH”

Location: Bangladesh

“Verso la fine dell’agosto 2017 ho cominciato a sentire racconti di amici e colleghi sul fatto che in Bangladesh i Musulmani Rohingya si stessero spostando attraverso il confine, con storie terrificanti di omicidi di massa, stupri e incendi dolosi perpetrati dall’esercito e dai vigilanti Myanmar. L’accesso allo stato di Rakhine è sempre stato limitato dall’esercito Burmese, e all’epoca non trapelavano informazioni da quell’area. Ho quindi prenotato un volo per Cox’s Bazar. Anche se avevo già lavorato in ambienti difficili prima di allora, nulla poteva prepararmi alla cruda miseria che vidi e sentii durante i mesi che seguirono: bambini orfani che trasportavano i loro fratelli più piccoli attraverso le risaie allagate, uomini e donne feriti che avevano camminato per dieci giorni con null’altro che le loro maglie sulla schiena. Presto le centinaia di persone disperate divennero migliaia, poi decine di migliaia, infine centinaia di migliaia. Tra quell’umanità distrutta e l’intensificarsi delle piogge monsoniche, queste persone cercavano di crearsi dei rifugi, usando le loro mani nude, bambù e pezzi di tela cerata, qualunque cosa potesse dare loro un qualche tipo di riparo”.

Oggi il campo profughi a Cox’s Bazar è il più grande al mondo, una città di quasi un milione di persone, più densamente popolata di Manhattan e alla stregua di Copenhagen. Intrappolati ai margini di una nazione straniera e rifiutati dalla loro terra ancestrale, i Rohingya non hanno nulla se non il loro desiderio di sopravvivenza e qualsiasi aiuto noi possiamo fornire. I loro bisogni sono di ogni sorta: dal bere acqua pulita, alle scuole, dall’assistenza sanitaria, al lavoro. Ma, più di ogni altra cosa, un luogo sicuro e dignitoso da poter chiamare casa.

ABOUT PATRICK BROWN

Fotografo australiano, Patrick Brown ha vissuto e lavorato in Thailandia per quasi vent’anni.

Nato a Sheffield, in Inghilterra, Patrick passa la sua infanzia spostandosi tra il Medio Oriente e l’Africa prima che la sua famiglia si stabilisca definitivamente a Perth, nell’Australia dell’Ovest.

Terminata la scuola, Patrick studia autonomamente fotografia lavorando come scenografo per il teatro e il balletto, dove perfeziona le sue capacità fotografiche catturando l’azione sul palco. Con il tempo si scopre sempre più portato per la fotografia documentaristica e nel 1994 decide di tornare in Africa. Passa sei settimane in Malawi, documentando il lavoro di uno straordinario chirurgo, Robert Weedon, che gli aveva salvato la vita anni addietro. Tornato a casa, le sue foto diventano presto un’imponente mostra e gli valgono l’Australian Kodak Photographer of the Year award.

Ispirato da questo successo, Patrick parte per l’Asia nel 1999. Da allora ha fatto della Thailandia la propria base, dedicandosi a documentare situazioni critiche nelle regioni dell’Asia spesso ignorate dai principali media. Il suo progetto sulla tratta illegale di animali in via d’estinzione ha vinto il World Press Photo Award nel 2004 e un Multimedia Award from POYi nel 2008. Continuando a lavorare su questo argomento, il suo libro Trading to Extinction viene nominato come uno dei 10 migliori libri documentaristici del 2014 dall’American Photo.

Patrick riceve il FotoEvidence Book Award with World Press Photo nel 2019, il 3P Photographer Award, il World Press Award (terzo posto), il Days Japan Award, il Picture Of The Year Award  e NPPA’s Best of Photojournalism Award. La sua produzione è stata esposta all’International Center of Photography a New York, al Metropolitan Museum of Photography a Tokyo e Visa pour l’Image in Francia.

Le sue fotografie sono apparse su The New Yorker, TIME, Newsweek, Vanity Fair, National Geographic, Mother Jones, Stern Magazine, Der Spiegel Magazine, Marie Claire, New York Times, Aperture, GEO Germany, International Herald Tribune. Ha lavorato anche per Amnesty International, Human Rights Watch, Croce Rossa, Unicef e World Vision. Patrick è rappresentato dalla Panos Picture dal 2003.